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INTERSPAZI

“Interspazi”  porta appunto l’attenzione su quella porzione di tempo  che nella negazione di sè stesso trova una durata infinita, dove nell’assenza non vi è nè passato nè futuro, una porzione di tempo che resta vuota, sospesa, nell’ incessante variazione di attimi sempre diversi che rendono  ogni singolo istante eterno. Di fronte a  questa sensazione di capovolgimento,  la riflessione indotta  riporta l’oggetto nella memoria, dandogli nuova identità, rendendolo appunto unico e immutabile.
Assumendo un valore atemporale si focalizza l’attenzione proprio su quelle porzioni di tempo che vivono tra due spazi temporali;  frazioni di tempo in transito, che misurano fino a che punto la vita risulta inseparabile da queste esperienze e realtà quotidiane.  Avvertendo nella suggestione dei simboli comunitari, una forza di attrazione visiva legata al linguaggio comune, si dà vita ad una nuova mitologia popolare fatta di oggetti  semplici e banali.
Attira l’attenzione ciò che si vive quotidianamente, ciò che appare inutile e meccanico; quell’aspetto impersonale dell’esperienza, l’assuefazione, il condizionamento, l’invadenza aggressiva degli oggetti che nel loro orbitare incessantemente intorno alla vita di tutti i giorni, ne divengono parte integrante.
L’incontro effettivo e tattile dell’artista con il proprio ambiente, la percezione di una  realtà che quotidianamente si offre ai suoi occhi congestionata e ridondante, luogo atemporale di incontro fra l’artista e il suo mondo. L’azione artistica viene così trasferita dal livello esistenziale dell’individuo privato, a quello massificato e pubblico dell’uomo comune, che ne diviene il protagonista”. 

Maggio 2008

Lara Bobbio

 

Presentazione Artisti

Si fanno interpreti del concetto di interspazio tre diverse personalità artistiche del territorio pugliese, in un percorso che si snoda tra opere pittoriche ed installazioni ma si fonde anche nell’intero allestimento scenografico, curato e ideato  da Lara Bobbio  e Fulvio Tornese, in maniera da coinvolgere il visitatore in un percorso suggestivo, che stimola la riflessione sui propri e personali interspazi quotidiani.

Semira Forte è brindisina, laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze ed attualmente insegnante di materie artistiche. La sua attività artistica si rivela brillante e piena di riconoscimenti, lo testimonia il Primo Premio copertina Pagine Bianche d’Autore 2007  che vede pubblicata su tutti gli elenchi della regione Puglia una sua originalissima opera “Memo/Slides”, che ben sintetizza il suo lavoro concettuale.

Anche Giuseppe Summa è di Brindisi, ma proveniente dall’esperienza dell’Accademia romana, dove si è laureato in scenografia, come le sue opere di pittura installazione rivelano, in quanto espressione concettuale della fusione tra idea e materia, dei veri e propri rebus che si risolvono nelle associazioni psicanalitiche utilizzate dall’autore.

Le opere di Emanuele Scravaglieri percorrono gli interspazi della pittura: pennellate sfuggenti, apparentemente casuali, dettate da un preciso momento, opera che nasce da un istinto e si conclude con l’esaurirsi dello stesso, rapida ed istantanea. Laureato all’Accademia di Brera, Scravaglieri, di recente adozione pugliese, è nativo di Milano.

Lara Bobbio, alla quale si deve il concept di “INTERSPAZI” e la realizzazione dell’allestimento generale, è nata a Beirut e vissuta a Milano, da pochi anni nella realtà salentina, eppure già nota per il suo splendido lavoro creativo, originale e fantasioso, che si esprime anche all’interno del Laboratorio Petre, in via Palmieri, dove spiccano le sue doti organizzative e creative.
Fulvio Tornese, architetto leccese, con la sua pluriennale esperienza nell’allestimento di spazi pubblici come musei e biblioteche, ha progettato l’impianto espositivo generale nel quale ha fatto confluire la sua inesauribile fantasia di artista.
La particolarità dell’evento è una combinazione originale di singole creatività messe a servizio di altre creatività, cosi Lara Bobbio e Fulvio Tornese analizzando l’opera di Forte, Summa e Scravaglieri forniscono una loro personale interpretazione realizzando un allestimento generale fatto di rumore visivo, bugs, e traslazioni che accolgono e talvolta inglobano le opere esposte.
Difatti, l’esplorazione del percorso, evidenzia momenti e soggetti materici che sono comuni a tutti ma verso i quali ognuno di noi ha un punto di vista differente e soggettivo.
E’ una mostra strutturata per  osservare l’opera di artisti molto giovani ma dalla carica espressiva matura, ognuno con un impatto che si manifesta in tempi e modi diversi eppure complementari, essendo tutti appartenenti alla stessa generazione ed allo stesso ambito territoriale.

Alessandra Del Vecchio


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